AUSCHWITZ, STORIA E DOLORE

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Auschwitz

Durante la nostra emozionante esperienza in terra di Polonia, abbiamo affrontato un’escursione molto particolare; unica oserei dire. Cracovia offre un’enorme quantità di elementi storici e culturali, antichi e moderni; che abbracciano molteplici periodi della nostra esistenza. Ma la lunga giornata ad Auschwitz, sarà molto difficile da dimenticare.

Mattina nevosa, simbolo ed immagine dell’inverno polacco; appuntamento con la guida intorno alle otto nelle vicinanze della Piazza di Cracovia.

Si parte per un viaggio in pullman di circa un’ora e venti; un percorso che attraversa piccoli agglomerati di campagna; quasi il nulla attorno a noi, noi che diamo spazio alla mente che immagina di rivivere per un istante quei viaggi senza ritorno.

Auschwitz

Arriviamo ad Auschwitz, termine tedesco per indicare il nome di Oswiecim, il paese polacco che ha ospitato il Dolore per circa cinque sei anni. La neve, le baracche, la scritta eretta all’entrata Arbei Macht Frei, il lavoro rende liberi; un impatto surreale, triste, terrificante.

Auschwitz

Entriamo ad Auschwitz numero uno; ex caserma dell’esercito polacco passata in mano ai tedeschi; visitiamo il museo con stanze che lasciano senza fiato. Valige, scarpe, occhiali, oggetti di varia natura, capelli; tutto appartiene al circa milione e mezzo di esseri umani uccisi in questo campo di sterminio.

La stragrande maggioranza di popolazione professante religione ebraica; ma anche cattolici, mussulmani di varie nazioni hanno terminato la loro vita in questo luogo.

Abbiamo visto celle di isolamento, stanze adibite ad esperimenti contro uomini donne e bambini, luoghi di punizione e dormitori; il tutto mentre cadeva una neve lenta e concentrata, a fare da cornice a questo incredibile luogo di crudeltà.

La triste visione di foto di vittime innocenti; luoghi di violenza sommaria e muri per le fucilazioni hanno terminato la prima parte della visita.

Auschwitz

Dopo una breve pausa, trascorsa più che altro nell’incredulità e nello smarrimento; abbiamo percorso circa tre quattro chilometri in pullman per raggiungere Auschwitz numero due Birkenau.

Un campo di sterminio in gran parte costruito dai tedeschi; al contrario del primo dove le strutture erano già esistenti.

Nasce inizialmente come campo di sterminio per le donne; in seguito, adibito a luogo di morte anche per uomini e bambini.

In Birkenau ci sono i resti della famosa ferrovia del non ritorno, resti di un simbolico vagone del treno della crudeltà e monumenti in onore degli eroi che hanno provato a combattere l’ ingiustizia.

I luoghi delle baracche in legno che contenevano poveri innocenti; camere a gas e stanze della morte, dove venivano arbitrariamente uccise migliaia di persone al giorno.

La visita, durata complessivamente circa quattro ore, è stata molto provante, intensa in ogni suo istante.

Credo che a prescindere da pensieri e comportamenti, religioni ed idee politico-sociali che ognuno di noi ha dentro di se, questa visita dovrebbe essere un’esperienza che ogni essere umano dovrebbe vivere ed affontare.

Le idee non vanno mai giudicate ma ascoltate, qualsiasi esse siano; ma le esperienze vanno fatte e valutate con onestà intellettuale e trasparenza.

Auschwitz

Siamo tornati nella nostra casa a Cracovia con un vuoto dentro a memoria mia mai avuto in precedenza; con il pensiero a quei luoghi della morte.

Ma credo fermamente che la nostra immaginazione, anche quella più profonda, non sarà mai paragonabile a quello che è successo ad Auschwitz circa ottanta anni orsono.

Io chiedo, come può un uomo uccidere un suo fratello; eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento (F. Guccini).

Alla prossima miei cari amici.

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